30/07/14

Orbán attacca la 'democrazia liberale' e l'opposizione chiede alla UE di mettere l'Ungheria sotto osservazione.

Sul Financial Times la notizia che un piccolo partito di opposizione in Ungheria ha fatto appello alla UE contro le dichiarazioni di Orbàn di volersi allontanare dal modello di democrazia liberale e liberista occidentale, perché tenga sotto controllo la situazione. C'è da sperare che la UE non voglia seguire gli USA anche nell'esportazione della "democrazia" ... se ancora così si può chiamare questo modello liberista così disfunzionale agli interessi del popolo.
Segnalazione di Federico Nero.



di Eddy Kester, Budapest


Un partito di opposizione ungherese ha invitato l'Unione europea a intensificare il monitoraggio della democrazia nel paese, dopo che il primo ministro Viktor Orbán ha dichiarato di voler abbandonare la democrazia "liberale" a favore della costruzione di uno "stato non liberale".

FT: Le Sanzioni UE non metteranno la Russia KO

Cristopher Granville sul Financial Times commenta le sanzioni alla Russia concordate dalla UE in collusione con gli USA: le ripercussioni andranno a colpire molti stati europei, ma l'effetto sulla Russia, alla fine, sarà quello di rinforzare la solidarietà nazionale


Le nuove sanzioni contro la Russia concordate dall'UE
martedì sono descritte dai funzionari europei come "livello tre". Ciò implica dei livelli ancora più alti in futuro se l'approccio della Russia in Ucraina non riuscirà a soddisfare gli USA e l'UE – e l'esito logico di tutto questo, come in un gioco di computer, è il confronto finale con l'avversario supremo: il presidente Vladimir Putin. Tutto questo parlare di livelli oscura la realtà, in cui ci sono solo due tipi di sanzioni.

28/07/14

Skidelsky: Il Surplus di Stagnazione dell'Europa

Sulla piattaforma Project Syndicate, il professor Robert Skidelsky denuncia il surplus delle partite correnti tedesche come causa prima della stagnazione europea. Un surplus al quale i tedeschi non hanno alcuna intenzione di rinunciare. L’articolo sottolinea inoltre una considerazione banale ma illuminante: sono i paesi creditori, come la Germania, a volere e imporre l’austerità (e la conseguente deflazione) ai debitori. Alla faccia di chi in Italia sostiene che i sacrifici dobbiamo farli per il “nostro bene”, non perché ci viene imposto a livello europeo.


Il professore di politica economica Skidelsky sottolinea lo stato pietoso dell’economia europea, in pieno ristagno, mentre il resto del mondo si riprende dalla Grande Recessione del 2008-2009.

Egli evidenzia come il tentativo di deprezzare l’euro da parte della BCE tramite interventi marginali sui tassi sia largamente fallito. Il motivo è semplice: il problema vero è la domanda aggregata da rilanciare, e per questa l’eurozona non ha fatto nulla. Draghi continua a promettere un Quantitative Easing imminente, ma i fatti sono distanti dalle parole.

Prima i ribelli siriani, adesso Hamas: ancora il Qatar il “misterioso” sponsor della guerra sostenuto dagli USA

Via Zero Hedge un articolo interessante che rivela il ruolo del piccolo stato del Qatar nel conflitto in Medio Oriente, come primo finanziatore e sostenitore di Hamas - nonché forte investitore nella ricostruzione di Gaza...
Grazie per la segnalazione e traduzione a Federico Nero.



Il Presidente Palestinese  Mahmoud Abbas, a sinistra, stringe la mano al leader di Hamas
Khaled Mashaal, a destra, sotto lo sguardo dell'Emiro del Qatar, Sheikh Hamad bin Khalifa Al Thani, al centro, dopo la firma di un accordo a Doha, Qatar, 6 Feb 2012

(photo credit: AP/Osama Faisal)


Tyler Darden - Era poco piu' di un anno fa quando il misterioso sponsor di armi e denaro dietro i mercenari “ribelli” in Siria si è rivelato essere nientemeno che lo Stato di super-ricchi del Qatar (noto anche come il piccolo e ricchissimo Stato del Golf Persico che ospita la Quinta Flotta statunitense), che di fatto stava spingendo l'intervento americano con la speranza di rimuovere il governo di Assad e instaurare un regime fantoccio, che sarebbe stato utile per facilitare il passaggio di un oleodotto di gas naturale all'interno del paese, per poi procedere in Turchia e da lì fin dentro l'Europa, come mezzo per aggirarere la dipendenza dell'Europa nei confronti della Russia (che, come gli ultimi eventi hanno dimostrato, ha molta influenza quando si tratta di Europa). Un piano fallito.

27/07/14

La quiete prima della tempesta: l'Europa pronta a unirsi alla guerra economica contro la Russia

A.E. Pritchard sul Telegraph commenta la più pericolosa confluenza di circostanze da trent'anni a questa parte: gli USA hanno dichiarato guerra economica alla Russia, l'Europa si accoda, compiacente, ed è altissimo il rischio che la Russia possa lanciare una rappresaglia sul terreno tentando di rovesciare l'assetto post guerra fredda...  è la quiete prima della tempesta? Ma i Russi hanno interesse a far scoppiare la guerra? (grazie a @braveheartmmt per la segnalazione del video)   


A.E. Pritchard, Telegraph - La Russia sta correndo ai ripari. Questa mattina la banca centrale è stata costretta ad alzare i tassi di interesse all'8% per difendere il rublo e arginare la fuga di capitali, 75 miliardi di dollari finora quest'anno, e chiaramente di nuovo in crescita.

25/07/14

Nei Media è iniziata la Nuova Guerra Fredda: l'Economist

Riceviamo da Luigi Pecchioli la segnalazione di un articolo dell'Economist del 26 luglio intitolato Una ragnatela di bugie, in perfetto stile da guerra fredda, che getta sul Presidente Russo tutte le colpe della tragedia MH17, ne pubblica un'immagine dagli occhi di ghiaccio che si staglia sullo sfondo di una ragnatala, e lo presenta come "il nemico" da combattere. 



Ne traduciamo solo qualche brano significativo:
 "Gli inganni di Putin produrranno gravi conseguenze, sia sul suo popolo, che sul mondo intero. Nel 1991, quando crollò il comunismo sovietico, sembrava che finalmente il popolo russo avrebbe avuto l'occasione di entrare a far parte di una normale democrazia occidentale. Ma il disastroso contributo di Vladimir Putin ha portato il paese su una strada diversa...

De Grauwe: Rivisitando “the pain in Spain”

 Su Voxeu un articolo di Paul De Grauwe ribadisce in maniera molto chiara le differenze nella dinamica del debito tra Spagna e Regno Unito, l'una ancorata ad un'unione monetaria che impone austerità, e l'altro un paese dotato di politica autonoma. Per unire i puntini e capire le ragioni per cui l'austerità è connaturata all'unione monetaria, ricordiamo questo fondamentale contributo.


C’è stata una grande differenza tra la Spagna ed il Regno Unito nella fase post crisi. Questo articolo spiega come nonostante l’”Outright Monetary Transactions” della BCE sia stato determinante nel calo dei rendimenti spagnoli, esso tuttavia non ha migliorato la sostenibilità delle finanze iberiche. Nonostante il Regno Unito abbia fatto meno austerità rispetto alla Spagna dall’inizio della crisi, un grande deprezzamento della valuta l’ha aiutato a ridurre il suo rapporto debito/PIL.
La differenza nella dinamica dell’aggiustamento macroeconomico tra la Spagna – un membro di un unione monetaria – ed il Regno Unito – un paese autonomo – è netta. Paul Krugman ha reso popolare questo contrasto sul blog del New York Times con il titolo “The pain in Spain” (2009 e 2011) e commentando una mia analisi in De Grauwe (2011).

23/07/14

Sugli "Scudi Umani" a Gaza: Come la Propaganda dell'Esercito Israeliano Giustifica la Strage di Civili

Da Counterpunch un'analisi dei poster diffusi dai militari israeliani per cercare di fornire una giustificazione morale e legale alla violenza  indiscriminata della loro guerra asimmetrica hi-tech, trasformare i civili inermi in soggetti che possono essere legalmente assassinati e rimanere impuniti nella comunità internazionale


di NEVE GORDON e NICOLA PERUGINI
Tutti i combattimenti all'interno delle città e tutti i bombardamenti degli spazi urbani, anche i più "precisi e chirurgici", rappresentano per i civili una potenziale trappola mortale. Di conseguenza, la penetrazione della guerra nelle città trasforma inevitabilmente i loro abitanti in potenziali scudi umani.

22/07/14

Il Governatore della Banca dei Regolamenti Internazionali Teme una Nuova Lehman a Causa del Sovraindebitamento Globale

Ambrose EP dal Telegraph  riporta un'intervista al direttore della BRI, la banca delle banche centrali, che si sta preparando al prossimo aumento dei tassi di interesse: dopo aver indotto un enorme indebitamento a livello globale, è ora di tirare la rete! 
(Grazie per la segnalazione a Roberto Nardella)



Jaime Caruana dice che gli investitori a caccia di rendimenti stanno ignorando la prospettiva di un aumento dei tassi di interesse.

La Banca dei Regolamenti Internazionali ha avvertito che l'economia mondiale oggi è vulnerabile a una crisi finanziaria come lo era nel 2007, con l'ulteriore rischio che i rapporti di debito sono ora molto più alti e anche i mercati emergenti sono stati coinvolti.

20/07/14

Sapir: MH17

Mentre sulla tragedia dell' MH17 i media occidentali all'unisono danno per scontata la responsabilità dei filo-russi, facendo presumere ancora una volta la manipolazione degli spin doctor, da Jacques Sapir una ricostruzione dell'incidente che appare del tutto coerente con una responsabilità da parte dell'esercito ucraino. 


 
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

La distruzione del volo MH17 della Malaysian Airlines il 17 luglio, ha suscitato intense e giustificate emozioni. Ne sono seguite rivendicazioni e accuse contrastanti. Le informazioni a disposizione sono estremamente frammentarie. Si possono tuttavia notare alcune incongruenze nelle accuse dei governi e della stampa dei Paesi della NATO agli insorti ucraini. Una cosa sembra (ma vediamo che non è certa) acquisita, la distruzione del Boeing 777 della Malaysia Airlines è dovuta a un missile terra-aria. È quindi necessario ricordare alcuni dati di questi missili. La gittata e l’altitudine che possono raggiungere dipende dalla potenza del combustibile del loro motore a razzo. Ma gittata e altitudine dipendono anche dalle caratteristiche del loro bersaglio. Di fronte a un aereo veloce, la gittata sarà inferiore che non rispetto a un aereo lento. Al contrario, un aereo lento ad una certa quota sarà più vulnerabile rispetto a un aereo veloce.

18/07/14

Il Volo MH-17 è stato deviato verso lo spazio aereo ristretto?

Dal sito di Zero Hedge arrivano le prime assordanti domande sul tragico incidente del MH-17. Che qualcuno spinga per la guerra, si era capito.
Si comprendono anche  i metodi usati per la manipolazione mentale di massa, e come il nodo scorsoio si stringa sempre di più.
Ma conosceremo la verità, e la verità ci farà liberi.



Mentre sono già emerse diverse domande su quella che doveva essere la prova schiacciante dell'Ucraina a conferma del coinvolgimento dei ribelli Russi nella tragedia del MH-17, forse sta venendo fuori una questione che lascia davvero a bocca aperta, se si guarda a quello che appare chiaramente come un percorso di volo assolutamente deviato nel tragico volo del Boeing 777 della Malaysian Airlines.

Telegraph: Con la Crisi Geopolitica che Precipita, l'Occidente Stringe il Cappio al Settore Energetico Russo

Dalle colonne del Telegraph A. E. Pritchard commenta le ripercussioni delle sanzioni occidentali sull'economia russa, che mirano a esaurire le riserve di valuta estera e congelare gli investimenti. L'incidente del jet rappresenta il casus belli per stringere il cappio al collo della Russia in maniera definitiva?


L'abbattimento di un jet della Malaysian Airlines in Ucraina orientale con 295 persone a bordo rappresenta una svolta drammatica nella crisi della regione.

L'eventuale prova che l'aereo passeggeri sia stato fatto saltare per errore da un caccia russo o da missili russi in dotazione ai ribelli separatisti nella regione del Donbass può avere enormi conseguenze politiche. Il rischio è di sanzioni da Guerra Fredda di  gravità tale che la Russia potrebbe essere tagliata fuori dal sistema finanziario globale.

17/07/14

LA SPAGNA FA I COMPITI A CASA MA RICADE IN UNA CRISI DI BILANCIA DEI PAGAMENTI

Dal blog spagnolo Voxpopuli un articolo sulla situazione economica della Spagna, che dopo aver fatto diligentemente i compiti a casa deve constatare come la situazione sia in realtà peggiorata, la disoccupazione non cala anche se i salari diminuiscono, e i tanto agognati investimenti esteri peggiorano la bilancia dei pagamenti...
Traduzione e grafici di Kappa di Picche.




di Francesco Spoto @Spud85
Appare ancora una volta evidente, anche all’occhio del lettore più distratto, di quanto la realtà strida con il wishful thinking dei sostenitori dell’austerità. La Spagna ha attuato diligentemente tutti i diktat della Troika, comprimendo la spesa pubblica e tagliando i salari. Ciò nonostante, la sua economia non solo non è ripartita – come gli Austerians pensavano facesse grazie all’approccio mercantilista – bensì si è avvitata in una spirale deflattiva che ha aggravato la già precaria condizione del suo sistema bancario, salvato solo grazie agli aiuti statali ed europei (40 Miliardi di Euro).

15/07/14

Su Israele, l'Ucraina e la Verità

Da CounterPunch un'analisi spietata ed inquietante sull'eclissi delle capacità critiche della nostra civiltà. Dalle questioni geopolitiche (tra cui, spesso, massacri e guerre promosse dall'Occidente) ai fatti della nostra vita, si è realizzato nel modo più morbido il totalitarismo orwelliano: dietro l'illusione dell'"era dell'informazione" e del multiculturalismo s'impone in realtà un'unica possibile visione del mondo, un unico schema di interpretazione della realtà. Se pure non c'è nulla di nuovo sotto il sole, oggi sembrano però mancare figure capaci di esprimere efficacemente un'alternativa radicale (o sono sommerse dal frastuono).

(Articolo segnalato da @Blu_di_Russia)


di John Pilger — 11 luglio 2014

L'altra sera ho visto 1984 di George Orwell rappresentato sul palcoscenico, a Londra. Nonostante abbia fortemente bisogno di un'interpretazione contemporanea, l'avvertimento lanciato da Orwell riguardo al futuro è stato rappresentato come un oggetto d'epoca: remoto, non minaccioso, quasi rassicurante. È come se Edward Snowden non avesse rivelato nulla, come se il Grande Fratello non fosse oggi uno spione digitale e Orwell stesso non avesse mai detto: "Per essere corrotti dal totalitarismo non è necessario vivere in un paese totalitario."

11/07/14

Coppola entra nel dibattito su Piketty

Da Coppola Comment, un interessante intervento  nel dibattito in corso su  Piketty,  le disuguaglianze e il salario minimo



Scott Sumner sta leggendo Piketty. E nel primo di (a quanto pare) molti post, smonta Piketty iniziando da questo passaggio:

"A mio parere, non c'è assolutamente alcun dubbio che l'aumento della disuguaglianza negli Stati Uniti abbia contribuito all'instabilità finanziaria della nazione. Il motivo è semplice: una conseguenza della crescente disuguaglianza è la sostanziale stagnazione del potere d'acquisto delle classi medio-basse negli Stati Uniti, che inevitabilmente ha reso più probabile che le famiglie modeste si indebitassero, soprattutto perché banche senza scrupoli ed intermediari finanziari, liberati dalla regolamentazione e desiderosi di guadagnare buoni rendimenti sugli enormi risparmi immessi nel sistema dai benestanti, hanno offerto credito a condizioni sempre più generose"

10/07/14

L'Austria in guerra con la Baviera per le banche-zombie


Su Forbes, Frances Coppola analizza un conflitto di cui si parla poco tra Austria e Germania.
Il sistema di “bail in” si rivela un’arma a doppio taglio per i tedeschi: i suoi contribuenti vogliono evitare di farsi carico delle perdite bancarie altrui, ma molte banche tedesche devono così assorbire perdite ingenti. Il caso di Hypo Alpe Adria potrebbe essere uno spartiacque importante.


 
Una piccola, simpatica tempesta scuote il cuore dell'eurozona. Come riporta Reuters, la Baviera (regione tedesca) sta considerando la possibilità di un’azione legale contro l’Austria. Inoltre, sta cercando l’appoggio a questa azione da parte non solo del governo federale tedesco, ma anche dell’UE.

09/07/14

Sapir: Politica industriale e privatizzazioni

Un interessante e approfondito studio del prof. Sapir sul ruolo di Stato e mercato e sulla politica industriale

Traduzione di Arturo
La nozione di politica industriale, che era stata al centro delle politiche economiche in Europa e in Giappone negli anni '50 e '60, è stata duramente attaccata negli anni 1980-1995. Un certo numero di spettacolari, e costosi, fallimenti, principalmente in America Latina tra il 1970-80, spiega, senza però giustificare, questo cambiamento di paradigma. D'altra parte, l'internazionalizzazione finanziaria – quella che viene giornalisticamente definita “la mondializzazione” - ha creato nuovi vincoli per i paesi che hanno accettato di sottomettersi alle sue regole. I mercati finanziari internazionali sono privi della prospettiva di lungo periodo di cui ha bisogno una politica industriale. Quest'ultima non dà frutti che su periodi compresi fra i 10 e i 15 anni, mentre i finanzieri internazionali ragionano in mesi, al massimo su uno o due anni. In queste condizioni, per gli economisti liberisti la miglior politica industriale consiste nel non averne una.

08/07/14

“Grazie, Aviazione Ucraina”: Gli Abitanti dei Villaggi Bombardati Accusano Kiev di Uccidere i Civili

Cosa sta succedendo in Ucraina? Non se ne parla molto, ma pare che lì — in piena Europa — ci sia la guerra (quella in cui si uccide con le armi). Russia Today (RT) ci racconta alcune conseguenze dei bombardamenti dell'esercito di Kiev nell'Ucraina dell'est.

http://img.rt.com/files/news/29/87/80/00/finoshina1200_480p.mp4?event=download

03 luglio 2014

Il villaggio di Kondrashovka, nell’est dell’Ucraina, è stato devastato a seguito di un bombardamento da parte delle truppe di Kiev, che ha ucciso sette persone. I corpi fatti a pezzi sono sparsi attorno agli edifici, e i sopravvissuti chiedono: perché Kiev ha ucciso le loro famiglie?

06/07/14

Steve Keen: Lettera Aperta a Bruxelles

Un bel post didattico di Steve Keen sui saldi settoriali — come sono e come dovrebbero essere idealmente — con particolare riguardo alla situazione dell'eurozona. Sono argomenti già abbastanza noti per i nostri lettori, ma è un utile e chiaro ripasso.


Steve Keen - 01 luglio 2014

Il Patto Europeo di Stabilità e di Crescita si basa sul principio che la stabilità e la crescita migliorino quando il deficit pubblico viene minimizzato o eliminato. Vorrei che consideraste spassionatamente un argomento che giunge ad una conclusione differente. Potrebbe suonare come qualcosa che avete già sentito da altri ed è già stato confutato. Ma abbiate un attimo di pazienza.

05/07/14

Telegraph: Juncker per la Gran Bretagna è fastidioso, ma per Francia e Italia è letale

Sul Telegraph Ambrose Evans-Pritchard commenta l’elezione del Presidente Juncker: il metodo con cui è stato imposto vìola i Trattati e rende evidente la necessità per la Gran Bretagna, ma ancor più per la Francia e l'Italia, di uscire dalla UE e salvare la propria sovranità (e non morire di deflazione da debito)


 
I parlamenti sovrani d'Europa sono vittime di un gioco di prestigio costituzionale, anche se alcuni sono più sottomessi rispetto ad altri. Il metodo degno di Oliver Cromwell che Jean-Claude Juncker ha imposto agli Stati è una violazione dei trattati.


L'episodio chiarisce la necessità per la Gran Bretagna di ritirarsi dall'Unione, così come per la Francia o per qualsiasi altro paese che voglia rimanere autonomo sotto uno stato di diritto.

03/07/14

Voci dall'Estero diventa un sito (con il vostro aiuto)



Cari lettori, 

Voci dall'Estero è partito già a fine 2010. Sono passati tre anni e mezzo da quando ho aperto il blog, con conoscenze minime da navigatrice autodidatta, ma tanto desiderio di condividere quello che - con crescente sgomento - andavo comprendendo sulla crisi che stava attanagliando l'Eurozona.
 
Già esistevano alcuni ottimi blog e siti di informazione contro corrente, che mi hanno spinto e dato una mano, ma certamente si può dire che Voci dall'Estero è stato tra i primi.  Poi altri, ottimi, si sono aggiunti, dando un contributo fondamentale ad unire i puntini e  a far crescere sia me che i lettori.

Sin dai primi tempi ho potuto giovarmi della gradita collaborazione di molti che mandavano segnalazioni e anche traduzioni, e oggi siamo in quattro autori, abbastanza stabili, sempre in lotta tra gli impegni familiari e di lavoro e il volontariato da blogger.

Con quasi quattro anni di blog sulle spalle, ci avviamo verso i mille post: sembra giunto il momento di fare un salto di qualità ed evolvere, migliorare l'organizzazione dei contenuti e anche la grafica, e rendere il tutto sempre meglio fruibile, diventando un sito.

Ci sono delle spese da sostenere e del tempo aggiuntivo da dedicare alla sistemazione dei contenuti e all'apprendimento della nuova gestione.  Per questo abbiamo deciso di aprire una campagna di raccolta fondi: vi chiediamo di darci una mano e contribuire economicamente, anche poco, ciascuno per quello che può, alla crescita di Voci dall'Estero. Se il blog vi è piaciuto, vi ha fatto compagnia e magari è diventato un punto di riferimento nel grande mare dell'informazione, fatevi sentire, ci aiuterete a portare avanti il compito e ci farete toccare con mano la vostra condivisione e partecipazione! Potete usare il bottone delle donazioni in alto a destra. Per la fine dell'estate, con il vostro aiuto, il nuovo sito sarà pronto a partire.

Grazie!

01/07/14

Sapir: Disoccupazione e Rabbia

Sul suo blog, Sapir fa il punto della situazione francese, tra disoccupati in aumento e crescita ferma al palo. Ricorda come tutto questo fosse prevedibile (e da lui previsto) e che la situazione non potrà che peggiorare. L’unica soluzione alla  drammatica crisi francese (non  molto diversa dalla nostra) è l’uscita dall’eurozona. Una mossa che Hollande rifiuta per ragioni ideologiche, a danno dell’intera Francia e anche di se stesso, quando la rabbia popolare diventerà irrefrenabile.


Le statistiche sulla disoccupazione sono state pessime per il mese di maggio. Per i lettori di questo blog, questa non è esattamente una sorpresa. E’ quasi da due anni che spiego, con argomenti a sostegno, perché la politica economica messa in atto dal governo non è capace di produrre un’inversione di tendenza. La crescita rimane ancora oggi molto bassa, L’INSEE la prevede per il 2014 allo 0,7%. Tenuto conto del rallentamento della crescita negli Stati Uniti, non è purtroppo impossibile che si scopra a fine anno che il dato reale sarà più vicino allo 0,5%. In ogni caso, questi numeri non sono in grado di fermare la marea nera della disoccupazione (ci vorrebbe una crescita di almeno 1,3%) e provocheranno automaticamente una crescita del disavanzo pubblico. Il governo ha rivisto il suo obiettivo al 3,8% del PIL. Tenuto conto dell’impatto di una crescita inferiore a quanto previsto, il dato reale sarà probabilmente compreso tra il 4% e il 4,2%. Ciò significa che la popolazione francese, che continua a crescere ad un ritmo costante, continuerà nel frattempo a impoverirsi.

BCE: I Prestiti alle Famiglie Europee Crollano ai Minimi Mai Registrati

Dal comunicato stampa della BCE sull'andamento delle grandezze monetarie, arriva l'ulteriore conferma della ripresa che non c'è: i prestiti alle famiglie sono la componente peggiore, nel paese più critico dell'eurozona, la Francia. Il commento via Zero Hedge



Come sa bene chiunque abbia letto la nostra serie su “L'incubo monetario di Mario Draghi", uno dei maggiori problemi che l'Europa deve affrontare è la creazione di credito: quasi 6 anni dopo il crollo di Lehman Brothers, il meccanismo di trasmissione monetaria, cioè la crescita finanziata dal credito, in Europa continua a funzionare malissimo, soprattutto a causa della mancanza di domanda di credito, che a sua volta significa che qualsiasi tentativo da parte di Draghi di sbloccare il canale monetario europeo tramite NIRP, QE, o quello che volete, è destinato a fallire. E spiega anche perché l'ultima espansione TLTRO, il nuovo piano di rifinanziamento a lungo termine lanciato dalla BCE (se ha mai realmente avuto luogo: richiama il programma OMT che ancora ufficialmente non esiste) non ha ottenuto e mai riuscirà a ottenere nulla per l'economia reale, ma invece di certo ha spinto il carry trade a livelli altissimi portando a minimi record tutti i rendimenti dei titoli periferici.