16/04/14

Telegraph: L’Ungheria sta diventando il motivo più importante per cui dovremmo uscire dall’Unione Europea

Dal suo Blog sul Telegraph, Ambrose Evans Pritchard osserva come la UE, con le sue politiche sbagliate, abbia costretto le economie dei paesi dell'Est in una trappola di bassa crescita, favorendo l'ascesa di partiti fascisti. E ci invita a distinguere all'interno di quella generica "estrema destra" a cui si rifanno i media per denigrare il nazionalismo e il sovranismo degli euroscettici.


traduzione di @Sa1nt-Simon

Messi assieme, i nazionalisti revanscisti di vario tipo hanno appena ottenuto il 65% dei voti nell’Ungheria post-democratica. Il partito Jobbik, con l’esca della mistica anti-ebraica, ha aumentato la sua quota di voti al 20%, e non ci sono dubbi che vedremo crescere i raduni della Magyar Garda (la Guardia Magiara, organizzazione di estrema destra legata a Jobbik) e la nostalgia delle Croci Frecciate.
Il partito di governo - e trasgressore seriale - Fidesz ha una presa apparentemente indistruttibile sulla macchina di governo di uno stato di medie dimensioni dell'UE nel cuore dell'Europa centrale. Ha perseguitato i media (intendo: perseguitato sul serio, non come Leveson), epurato la magistratura, e messo la museruola all'opposizione, vietando la pubblicità a pagamento in TV e limitando notevolmente l’accesso alla campagna elettorale sulle reti pubbliche - anche perché ha inondato l'etere con i suoi messaggi.
Non dimentichiamoci che l'Ungheria ha distribuito passaporti ungheresi a molti dei 500.000 ungheresi della diaspora magiara dispersi sul lato sbagliato del confine con la Slovacchia (allora Cecoslovacchia) dopo la disintegrazione dell'impero asburgico e il Trattato di Trianon del 1920 . Politicamente - se non legalmente - è un confine contestato. Come la Crimea fino al mese scorso.
Per quelli di noi che ricordano le grandi speranze riposte sull’Ungheria 20 anni fa, la vittoria schiacciante nella rielezione del leader di Fidesz Viktor Orban, dopo tutto quello che ha fatto durante il suo incarico, elimina tutte le illusioni.
"Qualcosa è andato molto male in Ungheria", dice Charles Grant del Centre for European Reform.
Appunto, e una delle ragioni sono gli effetti distruttivi dell’Unione Monetaria Europea e il "gioco della convergenza" imposto dall’euro, che ha causato un danno del genere nell'Europa centrale / orientale nel corso degli ultimi quindici anni.
Nel caso dell'Ungheria ha portato a un flusso di capitali a buon mercato nel paese, una bolla fiscale e un'erosione della competitività. Inoltre ha condotto ad una corsa ai mutui contratti in euro e in franchi svizzeri, e all'indebitamento delle aziende, che è esploso una volta che la bolla è scoppiata e il fiorino si è schiantato.
Da allora tutto questo è stato seguito dal salvataggio da parte di UE-FMI, pacchetti di austerità, e anni di quasi-crollo, il tutto aggravato dal progressivo disastro della crisi deflazionistica del debito al livello più ampio della  UEM.
La crescita è stata 0.9% nel 2008 , - 6.8% nel 2009 , 1.3% nel 2010, 1.6% nel 2011, - 1.7% nel 2012, 1.1% nel 2013 (dati FMI). Una cosa terribile per quella che dovrebbe essere un'economia emergente in rapida crescita. L’Ungheria dovrebbe essere una tigre sullo stile di quelle asiatiche, che guarda a tassi di crescita del 5%, dato il suo passato post-comunista e l'accesso ai mercati dell'UE .
Varianti di questa storia si sono verificate in gran parte dell'Europa orientale, una regione che è a malapena in crescita anche se il suo reddito pro-capite è la metà o addirittura un terzo della media UE. Tutto questo sfida la legge di gravità. Una performance così pessima si può avere solo se la struttura politica è deformata.
L'Ungheria non è sola. La quasi-depressione ha avuto un costo nelle democrazie post-comuniste e nelle società di diversi Stati membri dell'UE. Non abbiamo ancora sentito la conclusione della storia in Lettonia, così spesso citata dagli evangelisti della UEM come una storia di successo, anche se la produzione è ancora molto al di sotto dei livelli del 2007.
E' la classe operaia di lingua russa che ha portato il peso della disoccupazione di massa, mentre la politica statale è impostata sulla difesa di una classe media con mutui in valuta estera. Non dovremmo essere sorpresi che due terzi dei russi della Lettonia (il 27% della popolazione) sostengono l'annessione della Crimea. La settimana scorsa in Slovacchia il partito nazionalista SMER non ha vinto le elezioni per un soffio.
Ho sostenuto più volte che l'intera struttura della UEM e pre-UEM ha trattenuto gran parte del blocco ex comunista (Polonia esclusa) in una trappola di bassa crescita - bassa rispetto a dove avrebbe dovuto essere, come segnalato dagli indicatori. Non vorrei adesso ritornare di nuovo su queste cose.
Il mio vecchio amico Daniel Hannan mi dice di non essere troppo duro con Victor Orban. Il precedente governo era guidato da ex comunisti riciclatisi come socialdemocratici, hanno rubato quello che potevano, fatto un totale disastro nell'economia, e nominato le loro mogli (letteralmente) alla carica di giudici. L'intero marcio sistema  aveva bisogno di una bella pulizia. Ci ha pensato Fidesz.
Eppure il quadro si sta sicuramente oscurando. Il pianista Andras Schiff si rifiuta di suonare in Ungheria, vicina a diventare la zona calda dell’antisemitismo in Europa. "Non ho nemmeno messo piede nel paese, nemmeno a titolo privato", ha detto alla BBC.
Schiff è indignato per la nuova statua di Horthy a Budapest, la celebrazione di un "criminale di guerra". Egli accusa Horthy di aver mandato mezzo milione di ebrei nei campi di sterminio nazisti.
Il signor Grant dice che la vittoria revanscista dello scorso fine settimana dovrebbe scuoterci dalla nostra compiacenza. "E' molto allarmante che Fidesz e Jobbik abbiano preso così tanti voti. Jobbik è un partito fascista che fa molta più paura di Ukip, Le Pen e Geert Wilders".
I commentatori hanno utilizzato il termine "estrema destra" troppo promiscuamente, per denigrare qualsiasi movimento euroscettico o sovranista a loro sgradito. L’UKIP è sostanzialmente un partito liberista e atlantista, pienamente ancorato nella democrazia britannica.
Non ha nulla in comune con Jobbik, o con Alba Dorata in Grecia, o con uno qualsiasi dei partiti ultra-sciovinisti che manovrano per richiamare l'attenzione in Europa orientale, e non solo a est. Né ha nulla in comune con Fidesz, se è per questo.
Coloro che sostengono che le politiche di austerità della UEM e la struttura “boom and bust” dell'unione monetaria (e dei suoi satelliti) non hanno fatto nessun danno permanente alla coesione politica dell'Europa, hanno parlato troppo presto.
L'Ungheria è sui generis - come tutti i paesi - ma non è difficile contare quattro o cinque altri Stati dell'Unione europea che sono sulla strada di una sbandata stile anni ’30.
Possiamo discutere sulle definizioni, ma a mio parere l’Ungheria non è più una democrazia pienamente funzionante. Più di un decennio fa l'Unione europea accusò l’Austria di ogni nefandezza, quando il Partito della libertà di Jörg Haider era entrato in un governo di coalizione e prima ancora che avesse fatto qualcosa di sbagliato. Eppure, ora che ha davvero un test tra le mani, il Consiglio UE è quasi silenzioso.

La domanda per noi altri è se vogliamo essere parte di un club basato sui trattati UE, che ora include dei regimi autoritari. Ricordate, ogni magistrato ungherese, può emettere un mandato di arresto europeo a carico di qualsiasi cittadino britannico su suolo britannico - o di un cittadino francese, o tedesco, sul loro territorio - senza dover montare un fumus boni iuris o presentare prove appropriate. E stanno facendo esattamente questo.
L'Ungheria sta rapidamente diventando la più grande precisa ragione per cui potremmo essere costretti a lasciare l'Unione europea.

6 commenti:

  1. non è che semplicmente la sinistra, quella perbene che lotta tanto per le masse ed i deboli ma che difende le banche in seno all'uE, vedi Bankitalia Boldrini, da brava quinta colonna della finanza non sopporta che siano le destre sociali a realizzare programmi di cui loro cianciano tanto a parole ma non si azzarderebbero mai a realizzare onde non indispettire i loro padroni della finanza?
    Vedere cosa ha fatto Orban
    http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=13210

    Quindi per la sinistra non è importante far le cose giuste per una eguazlianza sociale, MA PER NON FAR EMERGERE LE DESTRE.

    Complimenti

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    1. @Barbaranotav, se da un lato non è saggio buttare il bambino con l'acqua sporca, dall'altro non è giudizioso ammirarlo crescere sguazzando nei miasmi. Qua non si mette in dubbio che Orban abbia attuato politiche sovraniste tese a ripristinare l'autonomia dell'Ungheria verso la Troika e a salvaguardare l'interesse del ceto medio ungherese; è tuttavia parimenti indubbio che quello di Orban è un governo estremamente autoritario, teso a sopprimere libertà democratiche e a riformare la struttura politica ungherese in direzione sempre più autocratica. Ed è parimenti indubbio che l'Ungheria stia diventando un focolaio antisemita, come dimostra il successo del partito apertamente fascista Jobbik. Come nota AEP, che nulla a che spartire con gli ambienti "di sinistra" data la sua vicinanza agli ambienti della City londinese, una cosa sono i partiti sovranisti e conservatori antieuro (UKIP in Inghilterra, Front national in Francia, Wilders in Olanda), che si mantengono comunque dentro una cornice democratica, e un'altra Fidesz, Jobbik e altri movimenti apertamente fascisti, seppure anti-euro.

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    2. Caro Santini, di necessità...virtù !

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  2. Candidato filorusso aggredito, picchiato, rapito e costretto a dire quello che vogliono "loro"
    http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&uact=8&ved=0CDkQqQIwAA&url=http%3A%2F%2Fvideo.corriere.it%2Fucraina-aggredito-picchiato-candidato-filorusso%2F76016f54-c48e-11e3-9713-8cc973aa686e&ei=kVtOU6-DMMKOtQbJi4G4Bg&usg=AFQjCNErLmWilBbeIGKm63drL-_Tge7Gvg&sig2=daySPJO2Pbra9ECsh63koQ&bvm=bv.64764171,d.Yms
    il "paradiso" Ue/Usa si espande ad est....

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  3. all'autore di equesto sito


    Bravo, continua.


    Repetita iuvant

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  4. http://www.lastampa.it/2014/04/15/economia/sinn-la-bce-non-deve-comprare-i-titoli-a-rischio-wvt5993HRXr6htcBoOxv4I/pagina.html

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