27/03/12

IL PONTE CROLLATO, IL MERCATO DEL LAVORO E LA FINE DELLA DEMOCRAZIA IN ITALIA

In attesa dei tempi lunghissimi di ripristino della mia normale connessione (ahimé, Teletu) , pubblico un bellissimo articolo made in Italy dalla Tempesta Perfetta, in cui il bravo Piero Valerio fa un interessante paragone tra un ponte che crolla in Canada e un ponte che crolla a casa nostra...

di Piero Valerio - Apro questo articolo parlando del ponte della Colombiera (foto a sinistra), che è crollato in seguito alla disastrosa alluvione di ottobre scorso in Liguria. Fino a qualche giorno fa l’amministrazione pubblica ha detto che non si poteva procedere ai lavori di ristrutturazione del ponte perché mancavano i soldi. Oggi invece la Regione Liguria dice che i finanziamenti sono stati magicamente trovati, non si sa dove e non si sa come, anche se bisogna procedere a un lungo iter burocratico prima di iniziare le opere di ricostruzione del ponte. Insomma la strada è ancora in salita.

18/03/12

Vocidallestero in silenzio

Cari lettori, Vocidallestero si è zittita per un po'...  Ho avuto delle circostanze familiari e personali che mi hanno assorbito molto, a cui si è aggiunto ora un problema di connessione. La mia connessione è diventata lentissima! così che mi risulta impossibile cercare articoli...  Nel frattempo leggo libri di carta e  mi riposo (e dopo più di un anno di blog quasi giornaliero, c'è anche il suo bello) .... Comunque sto cercando risolvere, spero di farcela presto e di tornare al blog...

10/03/12

Argentina Parte Seconda: una seria sfida all'Euro ed all'ortodossia economica


Seeking Alpha  sull'Argentina dell'ultimo decennio,  caso da manuale contro le leggi dell'omodossia economica,  faro nel mare in tempesta dell'euro.  Seconda parte: da dove ha origine la crescitaQui la prima parte


Da dove arriva tutta questa crescita?

La ripresa è trainata da consumi e investimenti (formazione di capitale fisso), che rappresentano 45,4 e 26,4 punti percentuali di crescita, rispettivamente. [Weisbrot et.al. CEPR]

Occupazione

Come c'è da aspettarsi, con una tale rapida crescita economica l'occupazione è andata piuttosto bene:

L'occupazione è scesa dal 52 per cento nel 1992 a meno della metà nel 1997, per risalire brevemente ad oltre il 50 per cento nel 1998 e scendere al 46 per cento nel 2001. Entro l'inizio del 2010, era risalita al 55,7 per cento, il livello più alto mai registrato. Questo non solo per le donne che entrano nella forza lavoro; anche l'occupazione maschile è al di sopra del livello del 1992, al 87,7 per cento. [Weisbrot et.al. CEPR]

07/03/12

Argentina: una seria sfida all'Euro ed all'ortodossia economica - Prima Parte


Seeking Alpha riassume dei  recenti studi sull'andamento dell'economia Argentina nell'ultimo decennio,  che ha sfidato le leggi dell'omodossia economica, e nello stesso tempo rappresenta un faro nel mare in tempesta dell'euro.
L'America Latina fa parte della nuova economia mondiale emergente, e in effetti, paesi come il Cile ( dall'agenda economica neo-liberista) e più recentemente il Brasile (con un'economia di mercato più sociale e redistributiva), hanno rubato le luci della ribalta con le loro performance economiche stellari. Tuttavia, l'economia di gran lunga a più rapida crescita del decennio,  effettivamente è stata un'altra,   l'Argentina.

Dopo la schiacciante vittoria di Cristina Fernandez de Kirchner, è istruttivo fare il punto su quanto è successo all'economia Argentina negli ultimi dieci anni. Per molti versi si tratta di un notevole caso di studio, tanto da chiedersi seriamente se l'Argentina abbia sfidato le leggi dell'economia ortodossa. La risposta sembra essere un clamoroso sì, ma  per quanto tempo ancora sarà in grado di farlo è una questione che resta aperta.

L'Argentina funziona anche come una sorta di faro per i paesi periferici della zona euro, che sono stufi di dover deflazionare le loro economie.

06/03/12

La TAV non supera il Thatcher test

Un  lucido articolo made in Italy dal Chicago Blog,  sul nonsense economico della TAV, neanche da un punto di vista di mercato: il governo "tecnico" dovrebbe confutare con argomenti tecnici i numerosi studi contrari, invece di pretendere cieca obbedienza!


 di Ugo Arrigo - Dopo il tunnel (virtuale) tra il Gran Sasso e il CERN di Ginevra, trafficato da una miriade di neutrini, un altro tunnel  è ritornato al centro dell’interesse dell’opinione pubblica, quello della TAV Torino-Lione, contestato con metodi ragionevoli dagli abitanti della Val di Susa ma anche da frange estremiste la cui protesta spesso non disdegna dallo sfociare in atti violenti o comunque inaccettabili quali blocchi stradali e ferroviari. Di fronte a progetti come questo non dovrebbe  essere tuttavia difficile conseguire il consenso di gran parte dell’opinione pubblica nazionale: basta dimostrare che il gioco vale la candela, nel caso specifico che i treni futuri valgono la costruzione dei nuovi binari e che in conseguenza i nuovi binari varranno di più dei soldi necessari a costruirli.

Se si prova e si riesce a farlo, convincendo la collettività dei taxpayers, diventa molto più facile convincere anche le collettività locali i cui territori dovranno ospitare le nuove opere e sostenerne le esternalità negative ambientali senza spesso trarne vantaggi.   Bisognerebbe quindi produrre dapprima solide stime sui vantaggi economici (da economista liberale preferisco in realtà chiamarli ricavi) e sui costi di ogni progetto, avendo l’avvertenza di farli produrre o almeno valutare da organismi indipendenti, che non traggano vantaggio dalla realizzazione dei medesimi.

05/03/12

I Problemi reali dei GIIPS : i grafici dei saldi settoriali


Da New Economic Perspectives un'interessante serie di grafici, che sono stati presentati a Rimini dalla Kelton, e che si riferiscono ai saldi settoriali dei paesi dell'Eurozona, mostrano chiaramente l'insostenibilità delle politiche di austerità.


Secondo l'approccio degli equilibri settoriali:

Saldo del Settore Privato + Saldo del Settore Pubblico + Saldo delle Partite Correnti = 0
Ne consegue che:

Surplus del Settore Privato = Deficit del Settore Pubblico + Surplus delle Partite Correnti
La regola del deficit della UE afferma che il deficit di bilancio dei paesi non può superare il 3% del PIL. Questo ha come conseguenza non intenzionale di limitare al 3% anche il massimo deficit sostenibile delle partite correnti.