28/10/12

I PRINCIPI DELLA MONETA ENDOGENA (versione full italian) - Prima parte-

Do corso al mio solito vizio e rilancio in italiano integrale lo scritto di Istwine sulla moneta (prima parte), già pubblicato da Goofynomics, per una miglior fruizione da parte degli italofoni...e un più efficace smascheramento della retorica monetarista per ogni dove. 





UN BREVE EXCURSUS STORICO.

Al mondo di sicuro ci sono solo due cose, la morte e le tasse.

Questa citazione attribuita a Benjamin Franklin è poi diventata un classico dell’umorismo, benché non è detto che Franklin volesse far ridere. A parte questo, l’idea di Franklin rimane imprecisa, difatti al mondo di sicuro ci sono ben tre cose, la morte, le tasse e i monetaristi, consapevoli o inconsapevoli. Questa prima parte ha lo scopo di tracciare una breve storia della politica monetaria in modo tale da mettere a fuoco un concetto elementare: di monetarista è rimasto solo l’uomo della strada, ed è arrivata l’ora di rincasare.


25/10/12

La dottrina della banca centrale alla luce della crisi

Un importante articolo di VOXEU di qualche anno fa che alla luce della crisi demolisce dalle fondamenta il mito dell'indipendenza della banca centrale: la politica monetaria non è un fatto tecnico, ma ha importanti implicazioni distributive, e quindi va controllata democraticamente.



di Axel Leijonhufvud, 13 maggio 2008
La Federal Reserve ha utilizzato strumenti non ortodossi di politica economica per ridurre le recenti turbolenze sui mercati finanziari. In questo articolo, l'autore del CEPR Policy Insight 23 sostiene che la crisi pone delle fondamentali domande sui principi basilari della moderna ortodossia monetaria - l'inflation targeting e l'indipendenza della banca centrale.


23/10/12

L'Epico Piano del FMI per far sparire il debito e detronizzare i banchieri

Ecco l'articolo di Ambrose Evans Pritchard sul Telegraph che parla del mitico piano del FMI (o di una delle anime del FMI) per cancellare il debito tramite acquisti dalle  fonti di emissione, le banche centrali. Troppo semplice per essere accettato?


Allora esiste una bacchetta magica, dopo tutto. Un documento rivoluzionario del Fondo Monetario Internazionale pretende che si potrebbe eliminare il debito pubblico netto degli Stati Uniti in un colpo solo, e di conseguenza fare lo stesso per la Gran Bretagna, la Germania, l'Italia o il Giappone.

Si potrebbe tagliare il debito privato del 100% del PIL, spingere la crescita, stabilizzare i prezzi, e detronizzare i banchieri, tutto nello stesso tempo. Si potrebbe fare in modo pulito e indolore, per disposizione di legge, molto più rapidamente di quanto chiunque possa immaginare.

21/10/12

Reinhart, Rogoff, e la Lettonia

La Lettonia è un miracolo economico che smentisce Keynes?  Krugman su The Conscience of a Liberal del NYT  (suggeritomi da un lettore, grazie) confuta questa tesi.



OK, la recente protesta di Reinhart-Rogoff contro "i grossolani errori di interpretazione dei fatti" sulle crisi finanziarie, in realtà non parla affatto della Lettonia. Ma gli argomenti di R-R contro i negazionisti della crisi negli Stati Uniti si applicano con uguale forza allo strano fenomeno del trionfalismo Baltico.

Come dicono R-R, una rapida crescita di breve periodo a seguito di una profonda crisi non costituisce un successo; ragionando così, l'America nelle profondità della Grande Depressione poteva essere considerata un paese di bengodi. E' molto più istruttivo concentrarsi sui livelli, sia della produzione che della disoccupazione, e confrontarli con il picco pre-crisi.

20/10/12

Che effetto facciamo all'America Latina: 'Non possiamo più guardare all'Europa'

Un articolo sul Guardian ci rimanda la nostra immagine, vista dal Sud America: non si capacitano di come, noi che eravamo il faro del welfare,  stiamo accettando tutto questo...

Davanti al Palazzo del Governo di Buenos Aires dopo una protesta contro le misure di austerità, dicembre 2001. Fotografia: Walter Astrada / AP


Paesi come l'Argentina sanno tutto sulle crisi finanziarie. Ma i Sudamericani sono scioccati per la dimensione assunta dai problemi dell'Europa.

L'America Latina non è estranea alle crisi finanziarie. Ma ciononostante, il continente è turbato dal calvario dell'Europa. Non solo i disordini, ma le risposte: il fatto che gli europei sembrano accettare che siano i membri più deboli della società a dover portare il peso maggiore della crisi economica.

Uno dei più notevoli critici del predominio dei mercati sulla politica è Roberto Lavagna, ministro dell'economia subito dopo la crisi del debito Argentino dei primi anni 2000. A Lavagna va in gran parte il merito di aver tirato fuori il suo paese dalla grande crisi del 2001. Ora è molto critico nei confronti della politica di Cristina Fernández, ma è d'accordo nell'affermare che il resto dell'Europa sta facendo male a cercar di soddisfare le richieste della Germania e del Fondo Monetario Internazionale.

18/10/12

L'Appello al popolo tedesco del Dr. Rath

Il dottor Rath è un grande della medicina, collaboratore e amico del Nobel Linus Pauling, guardatevi qui il suo curriculum, e sentite le sue ultime riflessioni a margine della conferenza tenuta a Berlino nel mese di marzo: l'euro è una catena che serve a rendere schiavi della dittatura economica milioni di cittadini europei...




17/10/12

Schauble presenta la richiesta di resa fiscale incondizionata

Rassegna stampa di Eurointelligence sul Monster Master Plan di Schauble per una resa fiscale incondizionata dei paesi dell'euro in cambio del salvataggio delle banche tedesche
 



Wolfgang Schäuble ha fatto un'altra delle sue famose proposte federaliste in difesa di una unione fiscale. Sulla proposta è fatto un ampio report in un articolo di Der Spiegel di ieri (qui tradotto in italiano). Essa prevede un rafforzamento del ruolo del commissario economico, che dovrebbe avere un diritto di veto sui bilanci nazionali, e il diritto di avviare da solo una procedura per i disavanzi eccessivi, senza il voto dell'Ecofin. Egli ha anche proposto l'istituzione di una formale commissione dell'eurozona in seno al Parlamento europeo con diritto di voto esclusivo sulle questioni della zona euro.

16/10/12

IL COSTO DELLA POLITICA E I PRIVILEGI DELLA CASTA NON SONO IL PROBLEMA DELL’ITALIA

Oggi made in Italy: propongo un estratto in sintesi di un bell'articolo di Piero Valerio su La Tempesta Perfetta, in cui si chiarisce,   dati alla mano,  la sproporzione tra i costi della corruzione, tanto enfatizzati dai media,  e i costi della colonizzazione finanziaria, accuratamente taciuti. Perché l'uno non nasconda l'altro.
 
 
 
In queste ultime settimane l’attenzione mediatica e giudiziaria è tutta puntata sulla famelica casta della politica italiana, che nonostante il clima ostile nei suoi confronti continua sfacciatamente le ruberie, infilandosi in uno scandalo dopo l’altro. Le regioni, dalla Sicilia al Lazio, alla Lombardia, per adesso sono nel mirino della Magistratura e della Guardia di Finanza, ma non è escluso che fra qualche giorno si passerà alle province, ai comuni, alle aree metropolitane, fino a rientrare di nuovo nel parlamento per scovare altri Lusi, BelsitoScilipoti, Razzi. Lavoro da fare ce n’è tanto, perché non ci vuole molto a capire che il migliore della nostra attuale classe politica e dirigente ha la rogna.  Ma lasciarsi trascinare dal clima di caccia alle streghe e credere che tutti i problemi dell’Italia derivino soltanto dai soldi pubblici sottratti dai politici alle casse dello stato è un errore di leggerezza e superficialità colossale, che serve a sviare l’attenzione degli italiani dalle faccende realmente importanti e cruciali per il destino del nostro paese.
 

15/10/12

L'Europa Sbagliata Vince il Nobel per la Pace

Dal Telegraph un bell'articolo di Ambrose Evans Pritchard a proposito del famigerato Nobel per la pace a questa Europa, chiarisce il rapporto tra stato nazionale e guerra e pace. Non serve un'organizzazione sovranazionale per avere la pace, anzi...(a meno che per pace non si intenda deserto)




Difficile farsene una ragione.

La notizia che l'Unione europea ha vinto il Nobel per la Pace arriva stamattina, proprio nel momento in cui veniamo a sapere che il tentativo dell'Europa di spezzare il potere degli Stati nazionali attraverso l'unione monetaria ha spinto la disoccupazione greca ad un record del 25.1% - appena sopra la Spagna - con un grave peggioramento ancora da venire.

La notizia arriva mentre la divisione Nord-Sud dell'UEM diventa di giorno in giorno sempre più aspra, con il blocco dei creditori e il blocco dei debitori (per usare una descrizione molto grossolana che non coglie quella che è veramente una storia di disallineamento delle valute) che si guardano a vicenda con odio crescente.

 

13/10/12

Nassim Taleb: l'UE è un orribile stupido progetto

Un altro grande si aggiunge ai tanti che considerano l'euro un progetto fallimentare. Intervista di Foreign Policy a Nassim Taleb, in cui senza mezzi termini il filosofo e matematico Libanese castiga l'euro e  afferma che la grandezza dell'Europa stava nella sua diversità.



Nassim Nicholas Taleb è famoso per andare contro corrente, ed ha avuto un tale successo che il titolo del suo libro Il Cigno Nero è diventato ormai un cliché che indica l'imprevedibilità globale, ben oltre il suo significato originario riferito a Wall Street. Nato in Libano, ha superato i primi anni della guerra civile alla fine degli anni '70 leggendo filosofia e matematica - da Platone a Poincaré - nel seminterrato della sua casa di famiglia. La guerra gli ha insegnato quanto velocemente possono cambiare le sorti, un'idea che lui ben presto ha applicato ai mercati dei derivati. Per Taleb, l'investimento è una forma di " iperconservatorismo", che comporta di fare un sacco di piccole scommesse su eventi esageratamente improbabili - come una crisi valutaria o la crisi bancaria, su cui ha fatto decine di milioni di dollari. Il suo ultimo progetto è aiutare i governi a divenire più consapevoli dei rischi, e il suo fervente messaggio anti-euro lo ha aiutato a conquistare l'ascolto del primo ministro britannico David Cameron.

11/10/12

Repliche di Zezza e Borghi alle obiezioni sull’uscita dall’euro

Riprendo dal sito di TRUCCOFINANZA (trucco sì, ma senza inganno!)  un ottimo lavoro, che merita la massima diffusione, sugli scenari di un'uscita dall'euro  analizzati col contributo di due autorevoli economisti come Gennaro Zezza e Claudio Borghi



A fine agosto ho pubblicato il “rapporto Trucco”, nel quale si disegnavano gli scenari secondo me probabili in caso di uscita dell’Italia dall’euro (soluzione da me auspicata) e di permanenza nella moneta unica.

Colgo l’occasione per ringraziare l’onorevole Giulio Tremonti per il suo interessamento (!) e per aver risposto alla mia mail. Sebbene egli non sia schierato per l’uscita dell’Italia dall’euro per lo meno fa degli ottimi ragionamenti estranei alla stragrande maggioranza dei politici e non posso che augurargli “in bocca al lupo” con la sua nuova avventura politica (ed auspicare che possa presto convertirsi a posizioni apertamente anti-euro). Ma torniamo al mio “manifesto”… Nella moltitudine di commenti (di cui mi sono rallegrato) si è distinto anche qualche critico, come era giusto che fosse. Io ho spiegato che una volta raccolte tutte le critiche avrei replicato, e benché mi ci sia voluto del tempo alla fine mi accingo a farlo. La verità è che per questo compito ingrato ho ritenuto fosse necessaria la credibilità di professori di economia con spessore accademico, anziché la mia modesta caratura finanziaria, poiché le obiezioni dei commentatori altro non sono che le obiezioni di opinion leaders molto convincenti che andavano dunque indirizzate con la massima efficiacia. Lo stesso eccellente studente di economia che scrive in giro per blog di politica economica con il nickname Istwine, si è tirato indietro dal compito che gli ho offerto di rispondere al posto mio, adducendo la sua mancanza di credibilità come ragione (ma prevedo che tra 10 anni sarà anche lui un bravo prof!). 


10/10/12

Angela Merkel evita la resa dei conti in Grecia

Un articolo del Telegraph sui rischi geopolitici impliciti nella questione Greca, che fanno (inutilmente) rimandare la resa dei conti.    
 


Ambrose Evans Pritchard - Angela Merkel, il cancelliere tedesco, ha impresso il suo sigillo di approvazione al piano di austerità della Grecia e ha promesso di stare dalla parte del paese da "partner e amico", dando quasi per certa l'approvazione della nuova tranche di aiuti della Troika UE-FMI.

Il leader tedesco - protetto da 6.000 poliziotti – nella sua prima visita ad Atene dopo la crisi del debito scoppiata tre anni fa, ha affrontato una folla ostile a piazza Syntagma e gli insulti nazisti della stampa greca. Il quotidiano Frankfurter Allgemeine ha detto che il cancelliere Konrad Adenauer ebbe vita più facile nella sua visita in Grecia del 1954, solo un decennio dopo l'occupazione della Wehrmacht.

08/10/12

NON C'È iperinflazione IN IRAN - la vera storia è molto più interessante

Su Business Insider un'analisi  - dalla parte dell'occidente, ma reale e non propagandistica - che ci fa capire quali potrebbero essere i veri effetti delle sanzioni e la verità sul crollo controllato del rial iraniano.



Contrariamente a quanto riportato, non c'è l'iperinflazione in Iran in questo momento.
Infatti, le sanzioni occidentali imposte al commercio di petrolio iraniano stanno fallendo miseramente l'obiettivo.

E un crollo di regime - o anche un'altra sollevazione popolare come quella del giugno 2009 - sembra più lontano che mai.

06/10/12

L'illusione di una scelta politica nei dibattiti presidenziali degli Stati Uniti

Glenn Greenwald su The Guardian: sulle questioni più importanti Obamney e Rombama sono d'accordo, ma meglio non parlarne e dare l'idea che ci sia da scegliere!



Il problema non è ciò che separa Romney e Obama, ma ciò in cui sono d'accordo. Questo consenso nascosto deve diventare manifesto.

Il dibattito di mercoledì sera tra Barack Obama e Mitt Romney ha mostrato una fondamentale verità sulla campagna delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti: la maggior parte delle questioni politiche più importanti sono completamente taciute. Questo fatto è in pieno contrasto con la pretesa dei due partiti di rappresentare filosofie politiche radicalmente diverse, e mostra come il dibattito politico mainstream nel paese sia veramente ristretto. 

05/10/12

Le conseguenze economiche del signor Rajoy

Grazie a LePrechaun che ha tradotto l'ultimo di Krugman sulla Spagna, dove il Nobel evocando Keynes paragona la Spagna di oggi all'UK del gold standard tra le due guerre
 

OK, non proprio solamente di lui, ma di tutta la situazione europea. Ma sono ancora ossessionato dal terzo capitolo del nuovo FMI World Economic Outlook, e dalla trattazione del caso del ritorno della Gran Bretagna al gold standard, quello che ispiratò a Keynes le sue sferzanti "Le conseguenze economiche di Mr. Churchill" .
Stime attuali (pdf) indicano che la Gran Bretagna tornò al gold standard con una moneta sopravvalutata di circa il 20 per cento, e lo fece anche con un grande debito dovuto alla prima guerra mondiale. Cominciò a perseguire una politica di dura austerità di bilancio - un avanzo primario di circa il 7% del PIL - e una svalutazione interna per mezzo di deflazione. 

04/10/12

Perché l'Italia sarà il posto dove l'Euro morirà

Da Business Insider un'analisi sulla situazione politica Italiana che farebbe ben sperare...



Un articolo interessante del Washington Post (qui in italiano) parla del movimento di Beppe Grillo, una stella politica nascente in Italia.

"…....Ha fatto un appello a un referendum sull’euro e ha detto che Roma dovrebbe seguire le orme di Argentina ed Ecuador, e sospendere i pagamenti sul debito nazionale.
...Nel paese che alle sue prossime elezioni potrebbe salvare o distruggere il futuro dell’euro, egli ha descritto la Germania e la Francia come i padroni dell’Europa, che vorrebbero dissanguare l’Italia.
...Recenti indagini indicano che quasi un italiano su cinque ora lo sostiene, mettendo il suo movimento 5 stelle solo pochi punti sotto i due partiti principali del paese."

03/10/12

Jacques Sapir sul Trattato Fiscale Europeo

Jacques Sapir è contrario alla ratifica del trattato fiscale da parte del Parlamento francese, ma non firma l'appello dei 120 economisti.  
Nel suo blog ne spiega le  ragioni:  l'appello   non delinea un quadro chiaro della crisi e non ne trae quindi le dovute conseguenze, che non  possono essere altro che un rapido dissolvimento dell'euro.



Sapir è professore a l’ École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi, direttore e collaboratore di diversi centri di ricerca, e autore del libro Faut-il sortir de l'euro?


di Jacques Sapir - Mi è stato sottoposto un appello di condanna del trattato europeo (il cosidetto TSCG o Trattato europeo di stabilità, di coordinamento e di governance) proveniente da economisti, alcuni dei quali sono legati al Front de Gauche. Pur approvandone diversi punti, e in particolare la conclusione (l'appello a non ratificare il TSCG), mi sembra che questo appello possa essere fonte di grande confusione sulla situazione attuale. E' per questo che non mi assocerò all'appello, che tuttavia pubblicherò, accompagnadolo con le mie osservazioni.