26/10/11

Auerback e Parenthau: Il Mito della Dissolutezza Greca - Prima parte


Nella prima parte di questo lungo articolo si fa una analisi un po' più approfondita  di quella corrente sul disastro Grecia, aldilà del mito degli spendaccioni. 

di Marshall Auerback e Rob Parenthau - Storicamente, i Greci sono molto bravi a costruire i miti. Il resto del mondo? Non così tanto. Leggendo la stampa, si ha l'impressione di un gruppo di pigri scrocconi mediterranei, che godono di uno dei più alti standard di vita in Europa, e chiedono ai frugali Tedeschi di pagare il conto. Si tratta di una propaganda senza senso. Come se la Grecia fosse l'unico paese che ha truccato i conti nell'Unione europea! Piuttosto, il cuore del problema sta nell'antiquato sistema fiscale che si traduce in un deficit di bilancio costante a circa il 10% del PIL. Il 20% della fascia di reddito al top, in Grecia non paga praticamente imposte, effetto di una collusione del periodo della giunta tra i militari e i ricchi plutocrati Greci. Non c'è da stupirsi che ci sia una crisi fiscale!

Quindi non è un problema di intemperanza Greca, o di uno Stato sociale troppo generoso, e questo spiega perché i rimedi FMI style sono destinati a fallire, come effettivamente sta accadendo. In effetti, data la austerità non-stop imposta ad Atene (che ha semplicemente l'effetto di deflazionare ulteriormente l'economia e ridurre la capacità dei Greci di raggiungere gli obiettivi di bilancio loro imposti), i Greci si stanno davvero avvicinando al punto di default, scaricando così il problema sulle spalle di quelli che hanno istituito l'austerità. Questo certamente non può essere molto peggio della morte lenta che si trovano ad affrontare oggi.

In realtà, i Greci hanno uno dei più bassi redditi pro-capite in Europa (21.100 €), molto inferiore a quello della zona euro (€ 27.600) o al livello Tedesco (29.400 €). Inoltre, le reti di sicurezza sociale Greche potrebbero sembrare molto generose per gli standards americani, ma sono davvero modeste rispetto al resto dell'Europa. In media, la Grecia nel 1998-2007 ha speso solo 3.530,47 € pro capite per la protezione sociale - poco meno della Spagna e circa 700 € più del Portogallo, che ha uno dei livelli più bassi di tutta la zona euro. Al contrario, la Germania e la Francia hanno speso più del doppio del livello di Greco, mentre la media dell'Eurozona sta a € 6.251,78. Anche l'Irlanda, che ha una delle economie più neoliberiste della zona euro, ha speso per la protezione sociale più dei Greci apparentemente dissoluti.

Si potrebbe pensare che se il sistema di welfare greco fosse veramente generoso e inefficiente come viene di solito descritto, allora i costi amministrativi sarebbero superiori a quelli degli altri governi disciplinati come quello Tedesco e quello Francese. Ma questo ovviamente non è, come i Professori Dimitri Papadimitriou, Randy Wray e Yeva Nersisyan hanno illustrato. Anche la spesa per le pensioni, che è l'obiettivo principale dei neoliberisti, è inferiore rispetto ad altri paesi Europei.

Inoltre, se si guarda al totale della spesa sociale in alcuni Paesi dell'Eurozona come percentuale del PIL fino al 2005 (in base alle statistiche OCSE), la spesa della Grecia è rimasta indietro rispetto quella di tutti i paesi dell'area dell'euro ad eccezione dell'Irlanda, ed era al di sotto della media OCSE. Si noti inoltre che, nonostante tutti i commenti sui pensionamenti anticipati in Grecia, la spesa per i programmi di vecchiaia è in linea con la spesa della Germania e della Francia.

In realtà, la Grecia ha una delle più ineguali distribuzioni del reddito in Europa, e un altissimo livello di povertà, come mostra la tabella seguente (fonte: OCSE e Papadimitriou, Wray e Nersisyan).

I dati non sono coerenti con il quadro presentato dai media di un welfare statale troppo generoso, a meno che il confronto non sia fatto con la situazione degli Stati Uniti, ma questo equivarrebbe a paragonare l'abilità di un impressionista francese con quella di un pittore con le dita di 5 anni.

Naturalmente, questi fatti non contano. La storia prevalente è che la Grecia è, con le parole di
John Authers del Financial Times, "un paese che è stato veramente spendaccione", con ben poco in termini di dati a sostegno di questa affermazione. Il paese, tuttavia, è davvero bloccato: non possono svalutare, non possono pagare la propria via di uscita dalla crisi perché non hanno una moneta sovrana, e nessuno volontariamente li finanzia. Quindi devono uscire e svalutare, o far cadere i loro prezzi interni. Il default, sebbene inevitabile, è solo un passo lungo la strada.

Per rendere il problema ancora peggiore, i proventi delle esportazioni vengono costantemente superati dalla spesa per le importazioni, il che significa che il debito che finanzia il deficit del governo è sempre più detenuto all'estero. Il debito è emesso secondo il diritto greco, ma ora è pagabile in euro, che la Grecia, come utente dell'euro, non può creare, data la cessione della sua moneta e come conseguenza della sua sovranità fiscale. In questo senso, ironia della sorte, la crisi fiscale è una conseguenza del successo della Grecia, che dopo una lunga preparazione è riuscita ad entrare nell'Unione Europea, e quindi ha rinunciato a una propria moneta.

Nella seconda parte si  critica la politica economica ideologica della Troika

1 commento:

  1. Ciao Carmen,

    Anche l’articolo che hai pubblicato il 28/09/2011 “Cos'è che ha realmente provocato la crisi dell'eurozona? Parte1 e Parte2”, smonta diversi luoghi comuni, sulla “tragedia greca”, e lo fa con tabella e dati a supporto, non con la demagogica e menzoniera frase: “I greci sono i più grandi spendaccioni d’Europa”, è falso, ma naturalmente fa comodo a tutti credere nei verdetti e nelle ricette miracolose della Troika(UE,FMI,BCE), e nel main-stream omologato, piuttosto che dichiarare apertamente la natura fraudolenta del progetto euro, l’inganno di coloro che lo hanno architettato, e le basi di tale architettura completamente fallaci e oscene sin dalle origini, e come tu stessa sostieni, guardandosi molto bene dal mettere davvero il dito sulla piaga del fallimento degli euro-economisti, euro-politici, euro-burocrati, euro-Poteri Forti, euro-fanatici, e andare invece “alle cause profonde, agli squilibri commerciali e ai flussi finanziari creati dalla moneta unica tra paesi troppo diversi” . Ma questo gli euro-fanatici, non vogliono sentirselo dire, preferiscono cinicamente e volgarmente “sparare sulla croce rossa”, ossia il popolo greco è il più spendaccione d’Europa o del mondo, ma non sia mai detto che:

    “Il 20% della fascia di reddito al top, in Grecia non paga praticamente imposte, effetto di una collusione del periodo della giunta tra i militari e i RICCHI PLUTOCRATI Greci. Non c'è da stupirsi che ci sia una crisi fiscale! “

    Cordiali saluti, NICOLA_Z

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