25/02/11

Le sfide dell'Arabia Saudita dall'interno e dall'estero

Ancora Stefano del Grande Bluff segnala da Business Insider un'attenta analisi sulla situazione dell'Arabia Saudita tra i vicini in tumulto...
 
Sommario

Il re dell'Arabia Saudita ha annunciato un aumento nelle spese per l'assistenza sociale. Benché non significativo da un punto di vista economico, l'annuncio indica che Riyadh prende seriamente le sfide che provengono dall'interno e dall'estero.

Sul fronte interno, c'è una imminente successione al potere e una tendenza riformatrice in politica. I timori dall'estero riguardano la preoccupazione che le agitazioni in Bahrain, in Libia e nello Yemen potrebbero colpire anche l'Arabia Saudita.

Analisi
Il re saudita Abdullah il 23 febbraio ha annunciato che l'Arabia Saudita avrebbe aumentato le spese per le abitazioni di 10.7 milioni di dollari e aumentato il budget per la previdenza sociale di 260 milioni. Inoltre, secondo quanto riferito, Abdullah ha ordinato la creazione di 1.200 nuovi posti di lavoro nei programmi di controllo ed un'indennità per il costo della vita del 15 per cento agli impiegati statali. L'annuncio è avvenuto lo stesso giorno che Abdullah è arrivato a Riyadh, dopo le cure mediche negli Stati Uniti e la successiva riabilitazione in Marocco.

Non sono misure molto significative sul piano economico rispetto al programma di spesa di 384 miliardi di dollari annunciato nell'agosto 2010. Tuttavia, trasmettono il segnale che Riyadh si assume seriamente la responsabilità politica del possibile malessere sociale, alla luce dell'agitazione in Medio Oriente.

Preoccupazioni dall'interno

I Sauditi stanno affrontando le loro sfide interne già da prima della recente ondata di agitazioni a livello regionale. La più grave fra queste sfide è l'imminente successione al potere, che non può essere rimandata, data l'età avanzata della attuale leadership saudita. L'Allegiance Council istituito di recente e formato dai figli e dai nipoti di Abdullah, che dovrebbe dirigere la successione, è un'istituzione non comprovata.

Un'altra preoccupazione riguarda le possibili conseguenze del dibattito sulle riforme politiche, in grado di suscitare l'opposizione dell'ulema, l'istituzione religiosa ed i suoi sostenitori fra la famiglia reale. La richiesta del principe Talal Abdul-Aziz di riforme politiche per evitare proteste come quelle avvenute in altri paesi nella regione, unitamente alla convocazione da parte di un gruppo minoritario di Facebook di una manifestazione per l'11 marzo, potrebbe sollevare l'irritazione e le proteste dell'istituzione religiosa. Finora, i reali sauditi hanno potuto giocare con destrezza fra la spinta alle riforme sociali e l'opposizione dell'ulema. Ma l'agitazione regionale potrebbe portare il regime saudita ad introdurre più riforme sociali ed economiche in un momento in cui l'attesa della successione potrebbe indebolire la capacità della famiglia reale di gestire il contraccolpo.

Preoccupazioni dall'estero

Oltre ai problemi interni, l'Arabia Saudita ha il timore che l'agitazione regionale potrebbe contagiare il regno. I Sauditi possono consolarsi per il fatto che l'agitazione non ha ancora provocato un cambiamento di regime. Ma mentre il cambiamento sta diventando una possibilità concreta in Libia e l'agitazione continua in Bahrain e nello Yemen, questa consolazione va diminuendo.

Il Bahrain è di particolare interesse a Riyadh. L'agitazione corrente degli Sciiti nel regno dell'isola sta continuando dal 13 febbraio. Anche se il regime del Bahrein sembra gradualmente spegnere la rivolta aprendo un dialogo con l'opposizione e facendo altre concessioni, come il rilascio dei prigionieri politici Sciiti, l'Arabia Saudita è estremamente preoccupata per la baldanzosa attività politica degli Sciiti nel suo fianco orientale - e la crescente influenza iraniana sia in Bahrain che nel Golfo Persico. I Sauditi temono che l'Iran - che già si è affermato sia nel Libano che in Irak dove sono in corso di formazione dei governi che probabilmente daranno un considerevole appoggio all'Iran - potrebbe usare la sua influenza sulla maggioranza Sciita del Bahrain per cambiare l'equilibrio delle forze nella regione del Golfo Persico. Ciò sarebbe una minaccia diretta contro il regno da parte della minoranza Sciita dell'Arabia Saudita, che comprende il 20 per cento della popolazione saudita - ed è concentrata nella regione nordest del paese ricca di petrolio e vicino al Bahrain. Alla luce di questi fatti, non sorprende che il Re del Bahrein Hamad bin Isa al-Khalifa sia andato il 23 febbraio in Arabia Saudita ad incontrare il re Abdullah.

I disordini in Libia nel frattempo interessano l'Arabia Saudita perché il capo libico Moammar Gadhafi ha basato il sistema politico e sociale della Libia sui legami familiari e tribali secondo le linee saudite. Con il regime libico che perde il controllo della zona orientale del paese e in lotta per la sopravvivenza, le tribù precedentemente leali stanno disertando. Le defezioni tribali in Libia sono un promemoria per l'Arabia Saudita sull'importanza del supporto tribale a sostegno del regime. Diversamente da molti degli Stati africani del nord, l'Arabia Saudita ha ampia possibilità di mantenere soddisfatte le sue tribù grazie ai petrodollari, benché anche la Libia abbia dei petrodollari.

Allo stesso tempo, la continua agitazione nel confine sud dell'Arabia Saudita non sembra diminuire anche se il presidente yemenita Ali Abdullah Saleh ha annunciato che non avrebbe cercato la rielezione nel 2013 e che si sarebbe formato un governo di unità nazionale. Come l'Arabia Saudita, lo Yemen alla fine è una società tribale, e una volta di più ricorda a Riyadh la sua vulnerabilità. I Sauditi inoltre ricordano che lo Yemen ha servito da base all'organizzazione di Al-qaeda nella penisola araba per i tentati attacchi in Arabia Saudita. Inoltre, i ribelli Al-Houthi dello Yemen, contro cui i Sauditi hanno combattuto non troppo tempo fa - e che hanno collegamenti con l'Iran - potrebbero tentare di approfittare della situazione ed espandersi a sud-ovest nella città saudita di Najran vicino al confine yemenita, in cui vive una popolazione significativa di Ismaili.

Le richieste di riforme politiche nella regione danneggiano quindi i Sauditi in tre modi principali: arrivano in un brutto momento data la imminente successione; potrebbero incrinare il delicato equilibrio fra i reali e l'ulema; e l'Arabia Saudita Sciita è probabile che sarà rafforzata da ogni mossa riformatrice del sistema.

3 commenti:

  1. La situazione purtroppo anche in Arabia S. non e' delle migliori. Aspettiamo con molta preoccupazione l'evolversi della situazione.

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  2. Stanno vendendo più petrolio per comprare i rivoltosi...vedremo chi paga di più!

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  3. La situazione è davvero preoccupante, aspettiamo e cerchiamo di decifrare le varie mosse, almeno senza farci manipolare troppo.

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