24/02/11

La Libia ribelle

Una voce fuori dal coro esprime i miei reconditi pensieri sulla Libia e su Gheddafi...

Tony Cartalucci
 Prisonplanet.com
Feb 23, 2011
Gli Stati Uniti bombardano i civili dall'alto da dieci anni. Questo drone DHS, come quelli in Afghanistan, “comincerà„ con la ricognizione.

Gheddafi si estrae il coltello dalla schiena e pugnala a sua volta. 

Non c'è modo davvero di mitragliare a bassa quota i nemici senza uccidere degli innocenti e provocare considerevoli danni collaterali, chiedete agli iracheni, agli afgani, o ai pakistani che subiscono questi attacchi dagli Stati Uniti quasi quotidianamente. E mentre gli Stati Uniti e la NATO hanno giustificato per decenni queste tattiche, improvvisamente si mostrano assai sensibili riguardo al loro uso in opposizione al rovesciamento da loro sperato di Gheddafi in Libia.

Decifrare gli eventi in Libia è evidentemente difficile. Ma possiamo essere sicuri di una cosa, i globalizzatori vogliono far fuori Gheddafi, e la sua sfida ha evocato una risposta quasi tangibile e rabbiosa da parte dell'elite globale-corporativa, i cui i progetti per il futuro si basano sull'effetto domino a cui hanno dato il via in modo più rassicurante in Tunisia e in Egitto con il CANVAS finanziato dagli USA, il Crisis Group International ElBaradei, e il Movimento del 6 Aprile, fondato, allenato e diretto dagli Stati Uniti.


L'International Crisis Group, nel quale il leader delle proteste in Egitto Mohamed ElBaradei siede come amministratore al fianco di Zbigniew Brzezinski, George Soros (il “Padre Fondatore” della nuova Costituzione dell'Egitto), del rinomato neo-con Richard Armitage e di Wesley Clarke della NATO, ha rilasciato una dichiarazione che invita il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a realizzare una no-fly zone sopra lo spazio aereo libico. Ciò serve a impedire a Qaddafi di usare la sua aeronautica per colpire la crescente insurrezione.

Non si tratta di dimostranti che innalzano cartelli e mostrano il pugno. Sia dalle dichiarazioni della Libia che dalle ammissioni dei media, i dimostranti risultano essere in possesso di mezzi blindati e di armamenti militari e stanno avanzando verso le basi militari per procurarne degli altri. È un'insurrezione armata a tutti gli effetti. La Cina sta segnalando che un migliaio di suoi operai in Libia sono stati messi in fuga dal paese dai saccheggiatori, e i rapporti su incendi dolosi, violenze diffuse e disordini mostrano che le proteste non sono pacifiche.

Si dovrebbe prendere nota del fatto che l'Ovest è pienamente preparato a fomentare agitazioni nei paesi stranieri. Il rapporto del Brookings Institute degli Stati Uniti “ “Which Path to Persia?” suggerisce in modo preciso di sostenere le orde dei dimostranti come nella “rivoluzione verde iraniana" con finanziamenti, mezzi, e supporto a noti gruppi terroristi, e proponendo il sostegno militare degli Stati Uniti, segreto e di altro genere, sia ai dimostranti che ai gruppi di terroristi. Non c'è ancora ragione di scartare la possibilità che sia stato prestato un simile supporto alla rivolta della Libia. Effettivamente, nell'Iran, gli Stati Uniti già stanno sostenendo apertamente la “Green Revolution", finanziando le attività sovversive e le organizzazioni terroristiche all'interno del paese.



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